Il centro ortopedico fisioterapico a Velletri

Terapie erogate in regime privato a Velletri

Corrente antalgica o correnti diadinamiche


Correnti Diadinamiche
Sono correnti unidirezionali a bassa frequenza compresa tra 50 e 100 Hz, derivate dalla sovrapposizione di due correnti sinusoidali in opposizione di fase e con soppressione delle fasi aventi lo stesso segno. Gli effetti fisiologici generali sono gli stessi della corrente galvanica.
Vari tipi di correnti diadinamiche
MF = monofase fissa. Impulso e pausa durano 10 ms, con una frequenza pari a 50 Hz. Principali effetti fisiologici: a) stimolante sul tessuto connettivo; b) antalgica (tardivo, ma prolungato) . Indicazioni: trattamento dei punti trigger. L’anodo va collocato sul punto trigger e il catodo (di dimensione superiore) circa 3 cm distalmente o inferiormente.
DF = difase fissa. E’ una corrente continua con impulsi di 10 ms. La sua applicazione è meno sgradevole per il paziente rispetto alla MF. Principali effetti fisiologici: a) sedativo sul sistema simpatico; b) antalgico (precoce, ma di breve durata). Indicazioni: disfunzioni neurovegetative e dolori di origine simpatica. In associazione alla MF risulta efficace nel trattamento della sindrome algo-distrofica.
CP = corto periodo. Alterna 1 sec di MF con 1 sec di DF. Principali effetti fisiologici: a) antalgico; b) antiedemigeno. Indicazioni: traumi dei tessuti molli e articolari, radiculopatie, nevralgie.
LP = Lungo periodo. Si alternano 10 sec di MF e 10 sec di DF. Gli effetti fisiologici sono gli stessi del CP. Se preceduta dalla DF consente di ottenere un effetto analgesico rapido e persistente in caso di dolore acuto. Per le lesioni croniche conviene alternare CP e LP per evitare i fenomeni di accomodazione.
RS = ritmo sincopato. 1 sec MF e 1 sec di pausa.

Principali effetti fisiologici: stimolazione delle fibre muscolari striate, se innervate. Indicazioni: ipotrofia da immobilizzazione; aderenze tessuti connettivali.
Numero di sedute: i trattamenti non devono superare le 8-10 sedute.
Durata della seduta: le sedute devono durare 10-15 minuti (variando successivamente il tipo di corrente erogata e/o la polarità degli elettrodi per ridurre i fenomeni di assuefazione).
Intensità di corrente: la regolazione dell’intensità di corrente deve essere effettuata tenendo conto che all’inizio il paziente avverte una sensazione di formicolio, successivamente di vibrazione ed infine di dolore; pertanto, l’intensità giusta è quella che viene avvertita dal paziente come una sensazione netta, ma non dolorosa.

Criteri generali per la collocazione degli elettrodi
diretto: anodo (di superficie più piccola) sulla regione dolorosa e catodo circa 3 cm distalmente;
indiretto: la regione dolorosa va collocata tra i due elettrodi che devono essere di uguale dimensione; la polarità non ha importanza;
sul decorso del nervo: secondo il criterio della corrente discendente, con anodo in posizione prossimale o craniale rispetto al catodo (o anche collocato sulla colonna vertebrale a livello della radice interessata); il catodo va posto sulla zona dolorosa;
sui muscoli: secondo il criterio della corrente ascendente o discendente;
sulla colonna vertebrale: unilaterale, in senso verticale, in genere con l’anodo in alto; bilaterale, in senso orizzontale, con inversione di polarità durante la seduta.

Norme per il mantenimento e il corretto utilizzo degli elettrodi
Le spugnette che avvolgono gli elettrodi prima di essere utilizzate per la prima volta devono essere lavate.
Prima di ogni seduta di elettroterapia vanno inumidite con acqua di rubinetto calda (o almeno tiepida).
Dopo l’utilizzo è necessario lavarle con acqua corrente, metterle poi in acqua con disinfettante per 30’ e infine risciacquarle.
Vanno fatte asciugare collocandole in un luogo adeguatamente ventilato.
Se si utilizzano abitualmente sempre le stesse spugnette, è conveniente conservarle in acqua perché mantengano elasticità e capacità di assorbimento; l’acqua va rinnovata quotidianamente.
Le spugnette sono un prodotto di consumo a basso costo e pertanto si può essere “generosi” nel loro utilizzo. Spugnette logore, eccessivamente porose o di spessore insufficiente, aumentano il rischio di ustioni per la cute del paziente.
Periodicamente gli elettrodi grafitati vanno puliti (con prodotti adeguati) per evitare che la loro ossidazione o la formazione di calcare riduca il passaggio di corrente.
Periodicamente e con apposito tester va verificata la normale conducibilità degli elettrodi.
I cavetti degli elettrodi, quando non si utilizzano, vanno collocati in modo tale che non si rompano o si danneggino inavvertitamente.

Norme generali di sicurezza
Prima di accendere gli apparecchi per una seduta di elettroterapia è sempre opportuno azzerare i comandi regolatori dell’intensità di corrente. Lo stesso va fatto prima di staccare gli elettrodi dalla cute del paziente.
Verificare sempre che nella zona da trattare non ci siano lesioni cutanee (ferite, abrasioni) o zone di ipoestesia.
Controindicazioni assolute: presenza di un pace-maker, gravi disturbi cardiaci, presenza di mezzi di sintesi metallici (solo in caso di corrente continua), pregressi episodi di epilessia.



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